La produzione dell’olio nel Cilento è secolare, così come gli ulivi che costellano il paesaggio. Questa importantissima pianta, che i Fenici chiamavano “oro liquido” ha raggiunto il Cilento nel IV secolo a.C, come dimostrato dalle ricerche archeobotaniche. Dal 1998 l’olio del Cilento ha ottenuto il marchio DOP, collegato a un rigido disciplinare di produzione. I comuni produttori sono 62, tutti situati nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e circondati dagli ulivi secolari, suddivisi in tre diverse zone di produzione. La varietà più antica, la Pisciottana, maggiormente presente nell’area sud del parco, si mescola con la Rotondella e la Salella, tipiche dell’area ovest, oltre che con l’Ogliarola, la Frantoio e la Leccino. Queste varietà devono essere presenti per almeno l’ 85% del prodotto finale; altre varietà locali possono essere aggiunte, purché la loro presenza non superi il 15%. Anche l’acidità ha un valore prestabilito ed è sempre inferiore allo 0,7%. Le tecniche di raccolta sono effettuate con grande cura: le operazioni vanno svolte a mano, come nella tradizione secolare, con il solo ausilio degli scuotitori e dei pettini vibranti, oltre che delle reti. Queste ultime, poste intorno all’albero, creano un culla naturale per le olive, impedendo ai frutti ogni minima forma di stress e garantendo quindi l’elevata qualità dell’olio.
All’interno del Parco Nazionale del Cilento, La Tenuta Colline di Zenone, in un territorio ancora incontaminato e spettacolare dal punto di vista naturalistico e della biodiversità, punta ad un prodotto di nicchia di alta qualità attraverso l’olio extravergine monocultivar ottenuto dalla Pisciottana, una particolare pianta di ulivo che si trova esclusivamente tra Ascea e Pisciotta.
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